Il tonno in scatola è forse uno degli alimenti più utilizzati, soprattutto perché ci permette di cucinare in fretta un pasto.
Ma fa bene alla salute, o dovremmo sapere qualcosa? Anzitutto, ha una percentuale di sodio molto elevata. Un’unica confezione raggiunge ben 600 mg di sodio: determina la pressione alta, se consumato in abbondanza.
Essendo il tonno predatore per natura, è abituato a mangiare i pesci più piccoli: la catena alimentare funziona in un determinato modo.
Ne consegue che ingerisce metalli pesanti. L’OMS mette sempre in guardia dall’elevato consumo di mercurio, poiché danneggia il fegato, i reni e l’apparato digerente.
C’è da aggiungere un terzo fattore: la pesca del tonno avviene in modo orribile. Sì, perché vengono catturati medianti delle rete giganti.
Oltretutto, c’è un allevamento intensivo di tonno. La domanda di pesce è veramente elevatissima: siamo proprio sicuri di volerne consumare in abbondanza? Negli ultimi anni, poi, si parla spesso di diminuzione della fauna marittima.
Tonno in scatola fa bene?
Tra le altre cose da segnalare, troviamo anche, purtroppo, un tasso elevato di agenti chimici nel mare. Spesso, sono rinvenuti, infatti, le diossine e i policlorobifenili, il PCB.
Il CDC di Atlanta, ovvero il Centro di Controllo e della Prevenzione delle malattie, mette sempre in guardia i cittadini da un consumo elevato di pesce, poiché spesso le intossicazioni alimentari vengono per questo motivo.
Tornando al discorso della fauna marittima, la pesca dei tonni tramite la rete porta alla morte anche altri pesci, come i delfini.
L’industria intensiva della pesca è proprio la responsabile dell’inquinamento del mare. Dobbiamo pertanto prestare attenzione agli alimenti che portiamo a tavola.
Se abbiamo, per esempio, una carenza di Omega 3, possiamo integrarla con altri alimenti. Tra questi citiamo le lenticchie, l’olio di canola, le noci e i semi di chia.
Sostenete l’ambiente e soprattutto un regime alimentare più sano: fatelo per voi e per i vostri figli, per il futuro della Terra.