Anzi, deve farci ulteriormente riflettere sulla situazione di emergenza ancora in atto, tutt’altro che finita. L’unica soluzione è quella di continuare a restare a casa così da contenere la diffusione dell’epidemia.
Certo, non è affatto semplice in tempo di primavera, quando fuori il sole inizia a scaldare e si ha certamente più voglia di assaporare l’aria tiepida dopo un lungo inverno.
Non possiamo. Non dobbiamo. Serve ancora sacrificio, per la nostra salute e per quella di tutti.
Il professor Mario Schiavina, già direttore dell’Unità operativa di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Policlinico Sant’Orsola di Bologna ha riferito che
“anche quando ci saranno zero positivi e zero morti occorrerà sempre un grandissimo controllo perché non si sa se ci saranno e dove saranno altri possibili focolai. Tutto può essere ancora sotto traccia ed esplodere alla prima sciocchezza che qualcuno può fare, come assembramenti di persone o avvicinamenti” .
Per questo anche le vacanze estive potrebbero essere a serio rischio.
Bisognerà attendere ancora, forse un mese, forse due.
Non lo sappiamo con esattezza.
In un momento in cui
“il vaccino sembra essere ancora molto lontano occorre concentrarsi sulla cura, sulla terapia”
ha aggiunto il professor Schiavina. Prima la salute, poi il divertimento.
Della stessa idea è anche Alessandro Vespignani, esperto di sistemi complessi e direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston.
“Non sarà pensabile prendere l’aereo per andare in vacanza” avverte il fisico. “Arriverà l’estate, ma non sarà quella a cui siamo abituati: un’estate senza viaggi, insomma. Nella cosiddetta Fase 2 in cui si inizieranno ad allentare le misure di contenimento, la sfida è convivere con il virus ed evitare a tutti i costi una seconda ondata di contagi.
Ora l’Italia è in un trend positivo, che speriamo di vedere rafforzato nelle prossime settimane, ma non correrei ad allentare le misure di contenimento perché i casi sono ancora molti”.
Adesso, ha proseguito Vespignani,
“la cosa più urgente è fornire gli strumenti per uscire dall’emergenza nel modo più sicuro: non vogliamo tornare a una situazione pre-ondata”.
Difficile dunque fare programmi a lungo termine:
“valutiamo settimana per settimana per guardare qual è il trend e decidere di conseguenza, sulla base della preparazione acquisita e delle misure che messe in campo”.