Un ceppo più contagioso di Sars-Cov-2 sta circolando nel mondo. Si tratta di una variante nel genoma virale del Covid-19 che ha potenziato la sua capacità di infettare le cellule umane.
La notizia della scoperta di questa variante era circolata settimane fa, grazie alla pubblicazione su alcune riviste scientifiche di alcuni studi internazionali – fra i quali uno italiano, firmato da Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all’Università Cattolica di Roma e Antonio Cassone, docente di Microbiologia dell’Università di Perugia.
La variante G614 più contagiosa
La variante individuata ha un nome, si chiama G614 ed è risultata più contagiosa in condizioni di laboratorio e apporta una piccola ma efficace modifica alla glicoproteina Spike, usata dal virus per penetrare nelle cellule.
Subito dopo la sua comparsa, si è visto che la variante D614G ha preso rapidamente il posto del ceppo dominante e varie analisi di campioni a livello internazionale hanno mostrato “un significativo spostamento nella popolazione virale dall’originale al nuovo ceppo del virus”.
In particolare, i dati dei ricercatori suggeriscono che il nuovo ceppo sia associato a maggiori carichi virali nel tratto respiratorio superiore dei pazienti con Covid-19.
“Questo significa – aggiunge de Silva – che la capacità del virus di infettare le persone potrebbe essere aumentata. Fortunatamente in questa fase, non sembra che i virus con la mutazione G614 causino malattie più gravi”.
Il parere dell’esperto italiano, l’Epidemiologo Massimo Ciccozzi
“La mutazione che abbiamo individuato e pubblicato un mese fa – ha dichiarato all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – si è rivelata determinante nel rendere Sars-Cov-2 più contagioso, come ha dimostrato ora lo studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale ‘Cell’.
Ma questo non vuol dire che il virus sia diventato più cattivo o più aggressivo. E una conferma della maggior contagiosità di questo ceppo rispetto a quello cinese arriva anche dai focolai registrati nella Penisola.
Una ‘spia’ del fatto che il virus circola e che, se non si rispettano le misure, si tramette con facilità”. La buona notizia è che “gli anticorpi sviluppati contro questo ceppo possono curare anche quello cinese”, e dunque la mutazione non influirà sulle terapie mirate e sui vaccini allo studio.